Le criptovalute saranno la causa della prossima crisi finanziaria? Secondo qualcuno somigliano troppo a dotcom e subprime

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Le criptovalute saranno la causa della prossima crisi finanziaria? Secondo qualcuno somigliano troppo a dotcom e subprime

Saranno le criptovalute la causa della prossima crisi finanziaria. Questo è il parere di Brett Heat, CEO di Metalla Royalty & Streaming, società canadese che conta un patrimonio netto di quasi mezzo miliardo di dollari e offre esposizione a metalli preziosi tramite accordi di royalty e acquisizioni di flussi di metalli preziosi.

In una serie di dichiarazioni rilasciate al quotidiano economico Kitco News, Heat ha paragonato le criptovalute alla bolla dotcom dei primi anni 2000 e alla bolla del mercato immobiliare del 2008: “Quando si osservano gli ultimi decenni e le crisi finanziarie che si sono verificate, si notano alcune cose in comune. E una di queste è l’adozione di massa di un nuovo prodotto finanziario o di una nuova tecnologia che non è molto ben compresa. Se tornassimo alla crisi dei mutui subprime del 2008 abbiamo visto l’adozione di massa di titoli garantiti da ipoteca, obbligazioni di debito garantite. E una volta che il pubblico lo ha accettato, questo nuovo prodotto finanziario è crollato, ed è stato un enorme problema”.

Heat ha descritto le criptovalute come una “licenza per il settore privato per stampare denaro”, mostrando scetticismo nei confronti della grande iniezione di liquidità che il mercato ha visto dall’inizio del 2020. Allora la capitalizzazione del mercato globale delle criptovalute era di circa 190 miliardi di dollari, oggi ammonta a circa 1500 miliardi di dollari.


source: tradingeconomics.com

Il CEO di Metalla Royalty & Streaming ha poi condotto un confronto con il livello di M1 statunitense (cioè la massa monetaria liquida in circolazione) evidenziando che da gennaio 2020 è aumentato di 4 volte e mezzo passando da 4018 miliardi di dollari a oltre 18 mila miliardi di dollari ad aprile 2021: “Si tratta si un aumento straordinario in un periodo di tempo tanto breve. Se si osservano le criptovalute, la capitalizzazione di mercato complessiva è cresciuta di oltre dieci volte”. La preoccupazione di Heat è quella di un rischio sistemico di un’asset class che ritiene non abbia “alcun valore intrinseco” e con il risultato di una svendita finale simile a quello che è accaduto durante la crisi dotcom dei primi anni 2000.

“Quando quella quantità di capitale verrà cancellata dai portafogli digitali di tutto il mondo, sarà opportuno credere che vi saranno ripercussioni finanziare significative che si faranno sentire” ha affermato Heat.

E riguardo alle previsioni effettuate da alcuni analisti sul fatto che Bitcoin possa superare l’oro come bene rifugio? Heat non sembra turbato, mettendo anzi in discussione il principio secondo cui dia la quantità finita di Bitcoin a conferire valore all’asset, suggerendo inoltre come esistano criptovalute con un valore attualmente inferiore che possono vantare una migliore tecnologia: “E gli altri 10 mila token e criptovalute che esistono oggi, molti dei quali con una tecnologia migliore, miglior privacy e consumano molta meno energia? Quando ci sono così tante alternative, qual è davvero quel valore intrinseco?”

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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