Sali organici su Marte: nuovo studio apre la strada alla loro rilevazione con NASA Curiosity

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Sali organici su Marte: nuovo studio apre la strada alla loro rilevazione con NASA Curiosity

Su Marte c’è mai stata vita? Questa è una delle domande fondamentali alle quali le varie missioni robotiche (e in futuro quelle umane) stanno cercando di dare una risposta. Attualmente non abbiamo ancora certezze. Sappiamo “solo” che il Pianeta Rosso in passato avrebbe potuto ospitare vita grazie a condizioni favorevoli, come la presenza di acqua liquida.

nasa curiosity

Un nuovo studio pubblicato in queste settimane ha cercato di indagare la questione relativa alla presenza di sali organici presenti sulla superficie del pianeta che potrebbero essere ricondotti sia alla presenza di tracce di vita microbica passata sia ad attività vulcanica.

I sali organici, la vita su Marte e gli esperimenti di laboratorio

Iniziamo subito col dire che non basta un singolo studio a dare una risposta certa a una domanda così complessa. Quindi, nonostante le nuove informazioni, non sappiamo se effettivamente ci sia stata vita (anche microbica) su Marte. Non ancora quantomeno. Questi studi però aiutano ad avere un quadro sempre più completo di ecosistemi così diversi dal nostro.

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Analisi condotte grazie a SAM sui campioni marziani

James MT Lewis (geochimico organico della NASA) ha dichiarato “se determinassimo che ci sono sali organici concentrati ovunque su Marte, vorremo indagare ulteriormente su quelle regioni e idealmente perforare più in profondità sotto la superficie dove la materia organica potrebbe essere meglio preservata”.

Per approfondire la questione è stato impiegato anche lo strumento Sample Analysis at Mars (SAM) di NASA Curiosity per analizzare campioni direttamente su Marte. Inoltre grazie ai dati forniti sono stati eseguiti alcuni esperimenti qui sulla Terra. Ci sono però alcuni problemi!

Dagli strumenti di Marte ai laboratori sulla Terra

Per via del funzionamento di SAM (scalda i campioni per liberare gas che poi vengono analizzati), il rover ha rilevato solo indirettamente la presenza di sali organici ma questo potrebbe non escludere altre cause. Inoltre, la presenza di perclorati (diffusi sul Pianeta rosso) rende più complessa la rilevazione di composti organici e quindi tracce di vita passata.

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Analisi condotte in laboratorio da Lewis

Per questo Lewis e il suo team hanno realizzato degli esperimenti in laboratorio basandosi sui dati rilevati sul Pianeta Rosso. Lo studio ha concluso che la pirolisi su un insieme di sali organici mischiati a silice e con sali di perclorato hanno prodotto picchi di anidride carbonica simili a quelli rilevati da SAM. Un’ulteriore traccia della possibile presenza di sali organici anche su Marte.

Per superare i limiti di SAM si è quindi pensato di utilizzare un altro strumento. Sul rover NASA Curiosity si trova CheMin (Chemistry and Mineralogy), già impiegato in passato ma che attualmente non ha mai rilevato sali organici. Questo però potrebbe essere dovuto alle radiazioni che per millenni hanno rotto le molecole presenti sulla superficie. Ma nuove analisi grazie all’utilizzo della diffrazione attraverso i raggi X, potrebbe dare risposte più concrete.

Non tutto è perduto quindi! Le tracce meglio conservate potrebbero celarsi sotto la superficie di Marte. Per riuscirci servirà l’aiuto di ESA e Roscosmos e della missione ExoMars, il cui rover ha anche una trivella che può scavare fino a 2 metri di profondità. Lì ci potrebbe essere il vero “premio”, come lo ha definito lo stesso Lewis.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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