Uomo sfida la scimmia di Elon Musk a Pong: uno scontro tra cervelli

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Uomo sfida la scimmia di Elon Musk a Pong: uno scontro tra cervelli

Uomo contro scimmia a Pong. Probabilmente non succederà mai, ma la sfida è stata formalmente lanciata. Come riporta la rivista del MIT, un uomo con un impianto cerebrale che gli consente d’interagire con un computer (banalizzando, con il pensiero) si è detto pronto a competere con il macaco con ha recentemente stupito il mondo giocando a Pong grazie a un impianto cerebrale di Neuralink, una delle tante creature dell’imprenditore Elon Musk.

“Non appena l’ho visto (il video) ho detto, ‘Mi domando se potrei battere quella scimmia‘”, ha affermato Nathan Copeland, che sei anni fa ha ricevuto un diverso tipo di impianto che usa regolarmente per giocare ai videogiochi.

Copeland è rimasto menomato in un incidente d’auto e ora non può camminare o muovere le dita: può muovere la spalla e usare un computer e un trackpad digitando con il lato del suo pugno. Non è totalmente dipendente dall’interfaccia cerebrale, ma dice che “gli piace giocare con la sua mente” tanto da essere pronto a una battaglia tra specie.


Nathan Copeland alle prese con Pong

Ci stiamo già preparando e allenando“, ha affermato l’uomo che questa settimana ha giocato le sue prime partite al Pong cerebrale. La partita potrebbe svolgersi online ed essere trasmessa su Twitch, dove Copeland ha un profilo.

Ovviamente, se dovesse mai tenersi una sfida simile (e con Musk di mezzo mai dire mai…), sarebbe semplicemente una dimostrazione delle potenzialità che questo tipo di tecnologia per ridare, almeno in un primo momento, una maggiore libertà alle persone con paralisi e altri problemi di interagire con il mondo.

Copeland usa già comandi mentali per giocare ai videogiochi, tra cui classici come Sonic, ma lanciare il guanto di sfida al macaco non è una decisione che ha preso a cuor leggero: l’uomo ha paura di uscirne sconfitto (abbiamo edulcorato, le parole esatte sono “I could get my ass beat, but yeah, I would play“). Al momento Neuralink non ha commentato.

Le interfacce cerebrali funzionano registrando l’attivazione elettrica dei neuroni nella corteccia motoria, la parte del cervello che controlla il movimento. La frequenza di attivazione di ogni neurone contiene informazioni sui movimenti che un soggetto sta compiendo o immaginando. Un programma apposito può tradurre quei segnali in un comando che può essere trasmesso al cursore di un computer, per esempio.

Nathan Copeland ha un impianto che viene definito “vecchio stile”, e che usa per esperimenti – tra cui muovere bracci robotici – presso l’Università di Pittsburgh. Prima che Copeland svolga un’operazione, deve sottoporsi a una sessione di allenamento affinché un algoritmo possa mappare i segnali di attivazione dei suoi neuroni abbinandoli a movimenti specifici. Dopo la sessione, Copeland dice che può spostare il cursore del mouse con il pensiero e, pensando di chiudere il pugno, fare un click.

A partire dallo scorso marzo, i ricercatori di Pittsburgh hanno lavorato per permettere all’uomo di usare il suo impianto cerebrale da solo, a casa, interfacciandolo con un tablet. L’ha usato per navigare sul Web e disegnare un gatto con un programma. La scorsa primavera lo usava sei ore al giorno. “Mi ha aiutato a superare la pandemia”, ha commentato.

L’interfaccia di Copeland, installata sei anni fa, contempla quattro impianti di silicio: due sulla corteccia motoria per controllare un braccio robotico usato negli esperimenti o un cursore del computer; gli altri due, nella parte somatosensoriale del suo cervello, permettono agli scienziati di inviare segnali nella sua mente, che lui registra come sensazioni di pressione o un formicolio alle dita.

Nel caso di una partita a Pong, la scimmia di Neuralink avrebbe il vantaggio di usare un’interfaccia più avanzata, totalmente integrata nel cervello, di piccole dimensioni e in grado di trasmettere wireless. Copeland deve invece collegare i cavi a due porte poste sul suo cranio.

L’impianto Neuralink, inoltre, registra dati da più neuroni contemporaneamente rispetto ai dispositivi precedenti. Il chip N1 Link è composto da oltre 1.000 elettrodi, mentre quelli nella corteccia motoria di Copeland sono in grado di registrare da circa 160 motoneuroni contemporaneamente.

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Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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