New York pensa ad uno stop di 3 anni per il mining di criptovalute: consuma troppo!

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New York pensa ad uno stop di 3 anni per il mining di criptovalute: consuma troppo!

In arrivo tempi difficili per i miner di criptovalute nello stato di New York? Così pare: se una nuova proposta di legge dovesse passare alla votazione favorevole del Senato i miner potrebbero essere costretti ad una pausa forzata di tre anni. La nuova proposta di legge vuole affrontare la situazione dal punto di vista dell’impatto ambientale di quelle attività di mining il cui consumo energetico è sostenuto dall’uso di combustibili fossili.

Il disegno di legge è portato avanti dai Democratici, che controllano la Camera bassa e il Senato, ma deve incontrare ancora il sostegno ampio di altri senatori. Con questa proposta si punta inoltre a istituire normative più stringenti per le mining farm, come ad esempio l’obbligo di sottoporsi ad una revisione dell’impatto ambientale che potrebbe impedire le attività nel caso in cui la struttura non fosse allineata agli obiettivi di riduzione degli impatti ambientali determinati nello Stato di New York.

“Una singola transazione di criptovaluta usa la stessa quantità di energia che una famiglia americana media utilizza in un mese, con un livello stimato di impiego globale di energia equivalente a quello della Svezia. E’ ragionevole credere che le emissioni di gas serra associate danneggeranno in modo irreparabile il rispetto del Climate Leadership and Community Protection Act in violazione della legge dello Stato” si legge nel disegno.

Il Climate Leadership and Community Protection Act è una legge approvata nel 2019 che ha fissato precisi obiettivi: uso delle rinnovabili al 70% entro il 2030, 100% di energia elettrica ad emissioni zero entro il 2040 e 22 milioni di tonnellate di riduzione del cabonio tramite misure efficienza energetica ed elettrificazione.

Il consumo energetico delle attività di mining di criptovalute sta rappresentando un elemento di attenzione in varie parti del mondo. In Cina, in particolare, dove si concentra il 65% della potenza di hashing (cioè la capacità di calcolo necessaria per il mining) di Bitcoin qualcosa si è già mosso: lo scorso 27 aprile il governo di Pechino ha diramato un avviso per condurre controlli sulle mining farm, con in vista anche l’imposizione di una supervisione più rigorosa sulle attività di mining sul timore di non riuscire ad incontrare gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale del suo piano quinquennale.

Vi sono varie realtà del mondo del mining che ha già adottato l’uso di fonti di energia rinnovabili: il mining attualmente rappresenta un’attività ancor remunerativa e chi ne trae profitto ha tutto l’interesse per adattarsi il più velocemente possibile alle novità normative o al mutamento delle condizioni di mercato.

Ma l’attenzione verso il consumo energetico di queste attività ha portato anche alla nascita di una criptovaluta, Chia, che promette una blockchain molto meno dispendiosa dal punto di vista energetico: servono però tanto hard disk e SSD. Di Chia ne abbiamo già parlato, vi rimandiamo a queste notizie:

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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