Intel, la ‘pace’ con Apple potrebbe passare dalla produzione

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Intel, la ‘pace’ con Apple potrebbe passare dalla produzione

La prima mossa concreta di Pat Gelsinger come amministratore delegato di Intel è stata quella di aprire gli impianti produttivi ad altre aziende e di mettere in campo tutta l’esperienza nel settore maturata in decenni per capitalizzare un momento storico favorevole per i produttori di chip. Il mondo vedrà una sempre maggiore diffusione della tecnologia nei prossimi anni, e questo è evidente oggi che la produzione di semiconduttori arranca nel suo complesso.

Gelsinger ritiene che il business produttivo raggiungerà un giro d’affari di 100 miliardi di dollari entro il 2025, ma c’è un problema: l’80% degli impianti produttivi è situato in Asia, fuori dai confini europei e statunitensi. In un mondo attraversato da tensioni commerciali e geopolitiche, tanto l’Europa quanto gli Stati Uniti desiderano dotarsi di una maggiore capacità produttiva, rendendo le aziende locali e gli apparati governativi meno dipendenti dai destini di un’altra area mondiale. D’altronde, quando il COVID-19 sembrava solo un problema cinese, la chiusura degli impianti mise in forte difficoltà i committenti occidentali, mettendo a nudo la fragilità di un settore che sembrava ben oliato.

È su queste direttrici che si muove la strategia di Gelsinger, ribattezza IDM 2.0 (integrated device manufacturing), uno sforzo tutto di là da venire che potrebbe rappresentare la chiave di volta per ristabilire i rapporti con Apple. Lo scorso anno la casa di Cupertino ha deciso di tagliare i ponti con Intel per quanto riguarda i processori dei computer Mac, scegliendo di progettarli da sé per poi farli produrre da TSMC.

Si è trattato senza dubbio di uno smacco per Intel, la quale ha deciso di rispondere pubblicamente con un crescendo di attacchi sotto forma di spot pubblicitari culminati con la campagna “Go PC“, che vede protagonista nientemeno che l’ex “Mac guy” Justin Long. Schermaglie di facciata a parte, Pat Gelsinger conosce il peso specifico di Apple nel settore della tecnologia e della produzione, e per questo le ha lanciato un “ramoscello d’ulivo” per riprendere le relazioni: l’obiettivo non è quello di venderle processori, ma di aprirle gli impianti produttivi per trasformare i suoi progetti in realtà.

“Apple è un cliente e spero di renderlo un grande cliente dei nostri impianti perché oggi dipende completamente da Taiwan Semiconductor. Vogliamo presentare ad Apple grandi opzioni per sfruttare i nostri servizi produttivi, proprio come stiamo lavorando con Qualcomm e Microsoft affinché sfruttino i nostri impianti. Forniremo una tecnologia eccezionale, alcune cose che non possono essere fatte in nessun’altra parte del mondo“, ha spiegato Gelsinger in un’intervista a Yahoo Finance Live.

Uscita dalla porta, Apple potrebbe quindi tornare dalla finestra, e per Intel si tratterebbe di un bel colpo sia economico che d’immagine per portare a regime la nuova strategia. Amazon, Cisco, Ericsson, Imec, Google, Microsoft, IBM e Qualcomm hanno tutte espresso entusiasmo e supporto per questo nuovo corso in casa Intel, vedremo se al lotto si aggiungerà anche Apple.

Avere capacità produttiva negli Stati Uniti e in Europa potrebbe permettere all’azienda di Tim Cook di mettersi al riparo da futuri imprevisti nell’area asiatica, eventualità non si può scartare a priori come abbiamo visto nell’ultimo anno.

Intel dovrà usare buoni argomenti per convincerla, sia per quanto riguarda il lato economico ma soprattutto quello tecnologico, perché spostare progetti da un produttore all’altro o da un processo a un altro, non è certamente un’operazione rapida e semplice: Intel dovrà quindi fare uno sforzo non indifferente per dare forma a una sorta di interoperabilità produttiva che renda più facile ad Apple o chicchessia scegliere le sue linee di produzione. Per riuscirci dovrà per avere il supporto di TSMC e Samsung, e questo è tutto fuorché scontato.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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