Videogiochi di qualità? Vanno pagati a prezzo pieno per i creatori di Baldur’s Gate III, altro che Game Pass!

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Videogiochi di qualità? Vanno pagati a prezzo pieno per i creatori di Baldur’s Gate III, altro che Game Pass!

Su X (ex Twitter) Michael Douse di Larian Studios, casa di Baldur’s Gate III, ha espresso il suo parere sugli abbonamenti come Xbox Game Pass che consentono agli utenti di accedere a una vasta libreria di titoli pagando una quota mensile. Secondo il direttore editoriale, per supportare le software house l’unica via sostenibile è l’acquisto individuale dei giochi.

Le dichiarazioni arrivano in seguito a un articolo di GameIndustry.biz in cui viene analizzata la condizione finanziaria di alcune software house. Stando a quanto riportato, le azioni di Devolver, lo studio di The Thalos Principle e Shadow Warrior, sarebbero calate del 92% rispetto a gennaio 2022. Quelle di TinyBuild, di Hello Neighbor, sarebbero crollate di addirittura il 95%.

Il motivo risiede nei compensi corrisposti da Sony e Microsoft per includere i giochi nei loro servizi che nei mesi sono andati a diminuire sempre di più. Allo stesso tempo, la presenza nei cataloghi di servizi come Xbox Game Pass o PlayStation Plus dissuade gli utenti dall’acquisto del gioco imponendo un profitto destinato a calare rapidamente.

Sono sempre stato comprensivo verso chi ha bisogno di questo [modello commerciale] per avere un profitto dai giochi, ma allo stesso tempo ci siamo tutti chiesti ‘cosa succede quando finiscono i soldi’” ha scritto Douse su X. “Il modo migliore per sostenere gli sviluppatori e gli editori che vi piacciono è acquistare i loro giochi, se potete permettervelo“.

In sostanza, pare che i servizi in abbonamento mettano in difficoltà soprattutto gli sviluppatori indie, il cui profitto talvolta si riduce semplicemente a una maggiore visibilità. A tal proposito, Douse non si è trattenuto dal fare i complimenti a Steam che, secondo il responsabile, rimane la migliore piattaforma sulla quale pubblicare il proprio lavoro.

La gente critica continuamente Steam, ma se cerchi un mix bizzarro di generi e sottogeneri e il gioco è buono, molto probabilmente lo troverai pubblicato su Steam. È così che dovrebbero funzionare i negozi digitali. Ma non è così, per ora. Sono antiquati“.

Douse si è espresso però anche nei confronti degli sviluppatori indie, invitandoli a creare prodotti che valgano la pena di essere acquistati e, quindi, generando una base di utenti interessata nel loro lavoro.

Per tutti quelli che dicono (e per esperienza posso dire che succede spesso) ‘è facile per lui, ha pubblicato Baldur’s Gate III’. Ho trascorso 14 anni della mia vita lavorando a giochi di serie B e indie. È stata una parte fondamentale della mia carriera. Fate contenuti che valgano l’acquisto, costruite una comunità che voglia acquistarli“.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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