X di Elon Musk è stata multata per aver ostacolato le indagini su Donald Trump

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X di Elon Musk è stata multata per aver ostacolato le indagini su Donald Trump

A gennaio il team del consigliere speciale Jack Smith, il super procuratore che ha incriminato due volte Donald Trump, ha ottenuto un mandato di perquisizione per alcuni dettagli non meno precisati custoditi nell’account Twitter, ora diventato 𝕏, dell’ex presidente. Secondo documenti giudiziari resi pubblici mercoledì, Twitter non avrebbe rispettato le scadenze imposte dal mandato di perquisizione: lo riferisce il Financial Times.

Il team di Smith ha ripetutamente menzionato i tweet di Trump all’interno del procedimento che accusa l’ex presidente di non aver favorito la transizione pacifica al potere dopo aver perso le elezioni del 2020 a favore di Joe Biden. Non è chiaro quali informazioni Smith possa aver cercato nell’account Twitter di Trump ma potrebbe trattarsi di dati su quando e dove sono stati scritti i post e le identità dei proprietari degli altri account che hanno condiviso i tweet di Trump.

Jacob lo Sciamano

L’ex presidente ha utilizzato il suo account Twitter nelle settimane precedenti l’attacco dei suoi sostenitori a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 per diffondere false dichiarazioni sulle elezioni e per incoraggiare i suoi seguaci a recarsi a Washington, il che è poi avvenuto provocando la morte di 5 persone. Trump ha anche fatto pressioni sul suo vicepresidente Mike Pence affinché rifiutasse la proclamazione a presidente di Biden, e ha dichiarato che la manifestazione dei suoi sostenitori era pacifica.

Il 17 gennaio di quest’anno, per effetto di questo mandato di perquisizione, veniva ordinato a Twitter di produrre informazioni sull’account di Trump. Al mandato, inoltre, veniva allegato un accordo di non divulgazione che proibiva a Twitter di divulgare informazioni sulla richiesta della corte, la quale ha ritenuto che la divulgazione del mandato avrebbe potuto mettere a repentaglio le indagini in corso dando a Trump “l’opportunità di distruggere le prove, cambiare i modelli di comportamento” o informare i suoi alleati.

È proprio su questo accordo di non divulgazione che Twitter si è appigliata per non aderire alle richieste del mandato di perquisizione. Secondo il social media, questo accordo violava il Primo Emendamento, quello che vieta qualsiasi forma di limitazione alla libertà di parola.

Twitter avrebbe dovuto fornire i dati richiesti sull’account di Trump entro il 27 gennaio ma, dopo non aver rispettato le tempistiche indicate, ha ricevuto un nuovo sollecito per cui avrebbe dovuto consegnare le informazioni entro le 17:00 del 7 febbraio. Tuttavia, Twitter ha rispettato solo in parte le indicazioni quella sera, inoltrando l’intero rapporto richiesto solo il 9 febbraio. Per queste reticenze, e per aver ostacolato le indagini, gli viene ora comminata la multa di 350 mila dollari.

Elon Musk ha acquisito Twitter lo scorso anno e, da quando è arrivato, ha licenziato gran parte del suo personale, compresi i lavoratori dediti a scovare disinformazione e incitamento all’odio. Successivamente ha permesso allo stesso Trump di tornare sulla piattaforma, dopo che era stato bandito proprio in seguito ai fatti di Capitol Hill. Tuttavia, da quel momento Trump non ha ancora usato il social, preferendo dedicarsi alla sua piattaforma Truth Social. Proprio su questa mercoledì scorso ha scritto che il Dipartimento di Giustizia ha “attaccato segretamente” il suo account Twitter e che starebbe agendo per impedire una sua nuova vittoria alle elezioni presidenziali del 2024.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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