NASA Perseverance ha raccolto il primo campione della nuova campagna

Mentre NASA Ingenuity continua a volare su Marte, NASA Perseverance ha iniziato il nuovo ciclo esplorativo dopo quello conclusosi all’inizio dell’anno. Il rover sembra in buona salute e ha già percorso 17,17 km sul suolo marziano in circa 754 sol. Un risultato di buon livello se si pensa alle difficoltà di far muovere un veicolo di circa una tonnellata di massa su un pianeta distante milioni di chilometri.
Al lavoro degli ingegneri si unisce ovviamente quello degli scienziati che cercano di individuare rocce o zone di terreno utili per comprendere al meglio l’evoluzione di Marte durante i milioni di anni e capire come sia passato da un pianeta abitabile a un pianeta decisamente diverso. Per farlo (e per capire se si potesse essere sviluppata vita microbica) è stata pensata la missione Mars Sample Return che porterà le provette contenenti roccia, sabbia e atmosfera sulla Terra nel 2033 così da poter essere studiate con le migliori tecnologie (che non possono essere tutte integrate all’interno di un rover, per quanto complesso). Negli scorsi giorni il rover ha raccolto il suo primo campione della nuova campagna, questo è quello che sappiamo.
NASA Perseverance ha raccolto un nuovo campione di roccia
Il nuovo campione è stato raccolto il 30 marzo 2023 dalla roccia chiamata Berea. Da quello che sappiamo si tratta di una roccia sedimentaria che potrebbe consentire di avere più dati sulla zona del delta del fiume che un tempo riempiva d’acqua il cratere Jezero. Proprio in questo genere di rocce potrebbe anche trovarsi la traccia di vita microbica fossile che un tempo avrebbe potuto popolare Marte (e sarebbe una notizia sensazionale).
Secondo quanto riportato NASA Perseverance ha raccolto attualmente un totale di 19 campioni e tre provette che servono invece a rilevare possibili contaminazioni. 10 provette sono state depositate al suolo nelle precedenti settimane, come scritto. Gli altri nove (compreso l’ultimo prelevato) sono invece mantenuti all’interno del rover che potrebbe consegnarli direttamente al lander per inviarli poi in orbita con un razzo con propellente allo stato solido come previsto attualmente per la missione Mars Sample Return. Il totale dei campioni che potranno essere raccolti è pari a 38 mentre 5 sono le provette per rilevare possibili contaminazioni. Con i 19 attualmente sigillati siamo quindi a metà del totale (5% atmosfera, 84% roccia e 11% regolite).
Secondo gli scienziati Berea si sarebbe formata da depositi di roccia trasportati a valle da un antico fiume. Questo significa che il materiale che la costituisce potrebbe provenire da zone ancora più distanti e quindi fornire informazioni su queste ultime. Katie Stack Morgan (scienziata del JPL) ha dichiarato “la seconda ragione è che la roccia è ricca di carbonato. Le rocce carbonatiche sulla Terra possono essere utili per preservare le forme di vita fossilizzate. Se le firme biologiche fossero presenti in questa parte del cratere Jezero, potrebbe essere una roccia come questa che potrebbe benissimo custodire i loro segreti”.
Bisogna inoltre considerare che i carbonati si formano in presenza di acqua liquida questo potrebbe aiutare anche a conoscere meglio il clima al tempo della loro formazione. Ken Farley (del Caltech) ha ricordato come NASA Perseverance abbia raccolto rocce ignee sul fondo del cratere mentre avvicinandosi al delta sono state trovate rocce sedimentarie a grana fine. Qui invece le rocce sedimentarie hanno grana grossa. Questo permette di avere un “ventaglio” tra le tipologie di rocce presenti. Una delle prossime tappe del rover sarà il letto del fiume asciutto, nella zona chiamata Castell Henllys.
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