Parlamento Europeo: giro di vite su loot box e free-to-play

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Parlamento Europeo: giro di vite su loot box e free-to-play

Il Parlamento Europeo vuole vederci chiaro sul fenomeno delle cosiddette loot box, del gold farming e di altre meccaniche di gioco legate principalmente ai titoli di tipo free-to-play, soprattutto se destinati ai minori. Nel 2018 si parlò molto di loot box, quando vennero vietate in Belgio e Olanda, mentre indagini partirono in altre nazioni europee, negli Stati Uniti e in Australia.

Secondo quanto riferisce GamesIndustry.biz, il Parlamento ha incaricato la Commissione di affrontare una lunga serie di questioni, inclusa la possibilità di ampliare la legge per regolamentare in maniera più stringente le loot box. Altre forme di gioco destinate ai minori, insieme a pratiche legate ad abbonamenti e a rinnovi automatici, sono prese in considerazione nelle nuove indagini, che puntano anche alla possibilità di sancire il sistema PEGI, che si occupa dell’autoregolamentazione del settore, qualora non rispettasse le future direttive europee. Le nuove etichette per le classificazioni PEGI, inoltre, potrebbero includere indicazioni sull’eventuale presenza di acquisti in-game e avvisi su sistemi pubblicitari aggressivi.

Unione Europea

Tra le indagini che il Parlamento ha chiesto alla Commissione vi è anche uno studio più approfondito sul tempo e il denaro che gli utenti europei dedicano ai videogiochi e sugli “effetti socio-psicologici” determinati dal gaming, insieme alla possibilità di regolamentare i giochi online rivolti ai bambini. Le richieste del Parlamento si spingono fino ai fenomeni di gold farming in relazione a crimini finanziari e violazioni dei diritti umani (in passato più volte si è parlato di organizzazioni che obbligano al gioco per accumulare risorse virtuali spendibili in cambio di denaro reale).

Lo studio sembra mirare principalmente a una rivisitazione del sistema PEGI, ma non è escluso che, sulla base dei risultati, si possa procedere verso una legge più generale sul gaming. Diversi esponenti dell’industria dei videogiochi sembrano preoccupati dalle conseguenze delle decisioni del Parlamento Europeo, sempre stando alla nostra fonte, soprattutto per eventuali strategie di restrizione sulle forme di monetizzazione, con il settore del gaming che ormai sempre più fa affidamento sul modello free-to-play. Un’eventuale legge di vasta portata da applicare nei paesi dell’Unione Europea, infatti, potrebbe cambiare più di un equilibrio all’interno dell’industria.

Le loot box sono considerate un problema ormai da diverso tempo e, come sempre, la legge si muove troppo lentamente rispetto ai cambiamenti tecnologici. Ciò che preoccupano maggiormente sono quei meccanismi associabili al gioco d’azzardo, che spingono i giocatori a fare acquisti con valuta reale senza avere la certezza di ottenere ciò che effettivamente sperano, perché nascosto all’interno delle box insieme ad altri oggetti di valore minore ma che hanno le stesse probabilità di essere estratti dalle box. Alcuni paesi hanno già compiuto progressi nella regolamentazione delle loot box, con il risultato che sul loro territorio certi giochi sono proposti in una versione speciale (si veda il caso di Diablo Immortal).

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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