Uno sciocco alla guida di Twitter: Elon Musk traccia l’identikit del nuovo CEO


Dopo un silenzio assordante e qualche fugace segno di vita, Elon Musk ha finalmente commentato il sondaggio popolare, da lui stesso indetto, in base al cui esito dovrà abbandonare (se è un uomo di parola, ndr) la carica di CEO di Twitter. “Mi dimetterò da CEO non appena troverò qualcuno così sciocco da accettare il lavoro! Dopodiché, gestirò solo i team software e server“, è il commento dell’imprenditore apparso sul suo profilo nelle scorse ore.
I will resign as CEO as soon as I find someone foolish enough to take the job! After that, I will just run the software & servers teams.
— Elon Musk (@elonmusk) December 21, 2022
Probabilmente non servirà solo uno poco ragionevole per presiedere la carica CEO di Twitter, ma anche qualcuno pronto a rispondere “yes” ai desiderata di Musk, dal cui tweet si può capire come il suo coinvolgimento nel social network rimarrà centrale: software e server sono aree fondamentali del “prodotto Twitter”, quindi l’imprenditore manterrà il controllo diretto che si faccia chiamare CEO, capo supremo, imperatore o vattelapesca.
Trattandosi del proprietario di Twitter non bisogna stupirsi, ma chi aspettava l’arrivo di un nuovo CEO come una svolta rispetto alla mutevole e controversa gestione degli ultimi mesi potrebbe rimanere deluso. L’avvicendamento, che non sappiamo quanto richiederà, potrebbe essere in gran parte di facciata. Questo a meno che altri fronti non prendano il sopravvento, come ad esempio quello caldissimo di Tesla, con gli investitori infuriati per il forte calo delle azioni negli ultimi mesi.
In simple terms:
As bank savings account interest rates, which are guaranteed, start to approach stock market returns, which are *not* guaranteed, people will increasingly move their money out of stocks into cash, thus causing stocks to drop.
— Elon Musk (@elonmusk) December 20, 2022
L’investitore Ross Gerber ha attaccato Musk scrivendo che “il prezzo delle azioni Tesla attuale riflette il valore di non avere un CEO“. Dopo un vivace scambio tra i due, l’ancora CEO di Twitter ha illustrato la sua visione sull’andamento del titolo: “In termini semplici: siccome i tassi di interesse sui conti di risparmio bancario, che sono garantiti, iniziano ad avvicinarsi ai rendimenti del mercato azionario, che non sono garantiti, le persone sposteranno sempre più i loro soldi dalle azioni alla liquidità, causando così il calo delle azioni”.
Le azioni di Tesla sono scese più di altre case automobilistiche da quando Musk ha annunciato i suoi piani per acquistare Twitter nell’aprile 2022. Da quella data, le azioni Tesla sono scese del 59%, contro il 26% di Ford e il 12% per GM. L’S&P 500 è in calo del 14%.
Insomma, a pesare su Tesla potrebbe esserci da una parte la “distrazione Twitter”, dall’altra la vendita da parte di Musk di quote azionarie importanti della casa automobilistica proprio per finanziare l’acquisto e il funzionamento del social. All’inizio del mese Musk ha venduto un pacchetto da 3,6 miliardi di dollari quando in passato disse che non l’avrebbe più fatto, generando un calo della fiducia tra gli investitori su una possibile ripresa del prezzo dell’azione.
Se a questo si aggiungono il rallentamento economico in atto che potrebbe ridurre la spesa dei consumatori verso le auto elettriche più costose, nonché le problematiche cinesi tra lockdown e probabili ondate di COVID in arrivo, ecco la ricetta per la tempesta perfetta.
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