ESA e Roscosmos sono in trattativa per la restituzione dei rispettivi componenti delle missioni spaziali

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ESA e Roscosmos sono in trattativa per la restituzione dei rispettivi componenti delle missioni spaziali

Come sappiamo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina le sanzioni internazionali hanno colpito la Russia e anche il suo settore spaziale ha visto ripercussioni pesanti. Per esempio la fornitura di componentistica avanzata da parte degli USA e Europa è stata bloccata ma anche le missioni congiunte (tranne la cooperazione a bordo della ISS) sono state sospese. Un esempio è la missione ExoMars, che nasce dalla collaborazione tra Roscosmos e ESA.

esa exomars

Recentemente Dmitry Rogozin (direttore generale dell’agenzia spaziale russa) ha dichiarato che l’agenzia europea sarebbe ancora indecisa sul terminare completamente la collaborazione per ExoMars e che un lancio potrebbe essere previsto nel 2024 (la prima finestra utile, dopo il 2022), se si troverà un accordo. Nel corso delle scorse ore sono arrivati ulteriori dettagli che farebbero pensare a una fine dei rapporti.

ESA e Roscosmos parlano ancora di ExoMars

Sia il lander Kazachok che il rover Rosalind Franklin sono sostanzialmente pronti al lancio, come confermato a fine marzo dall’agenzia spaziale europea. Con il blocco della cooperazione però i vari componenti sono rimasti all’interno degli stabilimenti di Thales Alenia Space a Torino quando erano quasi pronti per la spedizione al cosmodromo di Bajkonur per l’integrazione con il razzo spaziale. Quest’ultimo (Proton-M) sarà utilizzato per un’altra missione.

ESA e Roscosmos starebbero trattando la reciproca restituzione dei componenti anche se una decisione sulla fine della collaborazione per questa missione potrebbe arrivare solo a luglio 2022 (durante il Consiglio degli Stati membri). Questo significa che attualmente la partnership potrebbe essere ancora possibile anche se è ormai escluso un lancio a settembre.

lander russo rover europeo

Nella nota si legge che “attualmente, Roscosmos e l’ESA continuano a discutere e analizzare la situazione attuale e le opzioni per ulteriori azioni, una delle quali potrebbe essere la restituzione alla Federazione Russa delle apparecchiature russe situate sul territorio dell’UE, e la restituzione all’ESA di apparecchiature europee situate sul territorio della Federazione Russa”. Rimane ancora non chiaro cosa succederà, per esempio, ai satelliti di OneWeb che attualmente si trovano a Bajkonur dopo la sospensione delle operazioni di lancio.

Originariamente ExoMars sarebbe dovuta partire nel 2018 ma una serie di problemi tecnici e ritardi l’anno fatta slittare prima al 2020 e poi (a causa anche della pandemia) al 2022. Ora invece la finestra di lancio sarà il 2024 ma, senza un accordo con Roscosmos, ESA potrebbe pensare di lanciarla minimo nel 2026 o nel 2028.

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