Robot ‘morbidi’ come piante e semi, per proteggere pianeta

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Robot ‘morbidi’ come piante e semi, per proteggere pianeta

Mini robot biodegradabili ispirati ai semi delle piante, bracci flessibili come i polpi o sensori biodegradabili che imitano le foglie: sono i tanti volti della robotica morbida, machine che non hanno componenti rigide. Ad esplorare le potenzialità di questo promettente settore della robotica è interamente dedicata la quinta edizione della Conferenza internazionale sulla soft robotics al via oggi a Edimburgo.

“I robot morbidi sono intrinsecamente sicuri perché non hanno parti rigide e hanno tantissime potenziali applicazioni impossibili per la robotica tradizionale, ad esempio per muoversi in esplorazione in ambienti molto difficili o stretti oppure in ambito agroalimentare per manipolare oggetti delicati come la frutta, oppure per monitore l’ambiente”, ha spiegato all’ANSA la co-organizzatrice della Conferenza e Direttore associato per la Robotica all’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, Barbara Mazzolai. Microrobot I-seed ispirati ai semi delle pianti, biodegradabili e capaci di realizzare il monitoraggio del suolo e dell’aria, oppure sensori biocompatibili capaci di aderire sulle piante per verificarne i parametri vitali, sono solo alcuni dei progetti più recenti e che rendono l’idea delle tante possibilità offerte dall’elettronica flessibile.

“Sono tantissimi gli scenari che si stanno aprendo – ha aggiunto Mazzolai – e soprattutto si iniziano a vedere anche le prime aziende che stanno commercializzando prodotti nati da queste nuove idee nate dalla robotica morbida”.
   

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