Conflitto in Ucraina e sanzioni alla Russia, i produttori di semiconduttori non temono conseguenze (per ora)

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Conflitto in Ucraina e sanzioni alla Russia, i produttori di semiconduttori non temono conseguenze (per ora)

L’attacco russo all’Ucraina non dovrebbe avere riflessi ulteriormente negativi sulla carenza di semiconduttori. Secondo la Semiconductor Industry Association (SIA), le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia non avranno un effetto concreto sull’industria dei chip, dalle aziende che la compongono agli utenti finali.

“L’industria dei semiconduttori statunitense è totalmente impegnata a rispettare le nuove regole di controllo delle esportazioni annunciate oggi in risposta agli eventi profondamente inquietanti che si stanno verificando in Ucraina. Stiamo ancora rivedendo le nuove regole per determinarne l’impatto sul nostro settore”, ha affermato il presidente e CEO John Neuffer.

“Benché l’impatto delle nuove regole sulla Russia potrebbe essere significativo, la Russia non è un consumatore diretto significativo di semiconduttori, rappresentando meno dello 0,1% degli acquisti globali di chip secondo la World Semiconductor Trade Statistics (WSTS). Il più ampio mercato ICT russo ha totalizzato solo circa 50,3 miliardi di dollari su un mercato globale di 4,47 trilioni di dollari, secondo i dati IDC del 2021″.

“Inoltre, l’industria dei semiconduttori ha una serie diversificata di fornitori di materiali e gas chiave, quindi non crediamo che ci siano rischi immediati di interruzione della fornitura legati alla Russia e all’Ucraina”. Anche TSMC, principale produttore di chip per conto terzi, ha annunciato che si adeguerà alle sanzioni internazionali.

Il presidente Biden e agli alleati hanno scelto una risposta di stampo economico e non militare alle azioni del Cremlino. In un discorso alla nazione Biden ha spiegato che le restrizioni sulle importazioni di tecnologie fondamentali, compresi i semiconduttori, daranno un duro colpo alle ambizioni di Putin. La Russia si troverebbe infatti impossibilitata a modernizzare le forze armate, l’industria aerospaziale e il programma spaziale.

Il Dipartimento del Commercio ha impedito alle società statunitensi di commerciare con 49 realtà russe con legami con l’esercito. Le nuove norme riguardano la microelettronica, i dispositivi di telecomunicazione, i sensori, l’avionica, la navigazione e l’equipaggiamento marittimo.

Da tempo il Cremlino ha introdotto misure volte a liberare le aziende e le infrastrutture russe dalla tecnologia straniera, compresi i chip. Lo sforzo ha avuto finora un successo limitato.

L’Ucraina è il principale produttore di neon, un gas usato nella produzione dei semiconduttori (per i laser), ma le aziende del settore – dopo l’annessione della Crimea nel 2014 – sono corse ai ripari per diversificare i fornitori. Intel, come riporta Bloomberg, non si aspetta contraccolpi dalla guerra in corso. “Non prevediamo alcun impatto sulla nostra catena di approvvigionamento“, ha affermato la casa di Santa Clara. “La nostra strategia di avere una catena di approvvigionamento globale diversificata riduce al minimo il rischio di potenziali interruzioni locali”.

Anche GlobalFoundries non si aspetta grandi problemi. “In GlobalFoundries, non prevediamo un rischio diretto. Non siamo del tutto immuni dallo shortage globale, ma la nostra scala ci fornisce un maggiore isolamento”. GlobalFoundries ha impianti a New York, Singapore e Dresda.

ASML, produttore olandese dei principali macchinari litografici (quelli che servono fattivamente alla produzione dei semiconduttori) e Micron stanno cercando fornitori alternativi di gas neon. ASML fa sapere che dall’Ucraina ottiene meno del 20% del gas neon che le serve. Anche Micron sembra per il momento tranquilla.

Una piccola parte dei nostri gas nobili proviene dall’Ucraina e, naturalmente, trasportiamo grandi scorte ma, soprattutto, abbiamo molteplici fonti di approvvigionamento […] e abbiamo lunghi accordi con quei fornitori”, ha affermato Sanjay Mehrotra, amministratore delegato di Micron. “Continuiamo a monitorare attentamente la situazione e speriamo che torni alla normalità ma, riteniamo, sulla base dell’analisi attuale, che la nostra catena di approvvigionamento di gas nobili sia in condizioni ragionevoli“.

Rimane da capire cosa succederà sul versante russo, principale esportatore di palladio e altri materiali usati nella produzione tecnologica e industriale, a fronte delle sanzioni occidentali. Inoltre, potrebbero esserci problemi per quanto riguarda il trasporto dei prodotti tecnologici, in quanto lo spazio aereo sopra l’Ucraina non è praticabile. Queste sono però solo alcune delle conseguenze del conflitto, rimane in auge come da qualche mese a questa parte il tema dei prezzi dell’energia e, guardando al lato “cyber” della vicenda, non è da escludere qualche rappresaglia degli hacker russi contro infrastrutture e aziende occidentali.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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