Motorola defy: eccolo in Italia a 339 euro con alle spalle l’esperienza dei rugged Bullitt

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Motorola defy: eccolo in Italia a 339 euro con alle spalle l’esperienza dei rugged Bullitt

Bullitt è un nome ben noto a chi ama i telefoni resistenti a tutto: l’azienda dal 2009 è licenziataria del marchio Caterpillar in ambito telefonico ed è produttrice dei famosi CAT Phones, i telefoni resistenti anche alla vita di cantiere.

Telefoni ben noti, che hanno di fatto creato la categoria degli smartphone rugged, ma che non sono riusciti a uscire dalla nicchia dei prodotti professionali. Bullitt aveva provato un approccio al mondo consumer con gli interessanti Land Rover Phone, ma che, complice un costo d’acquisto elevato, non avevano fatto breccia nel mercato.

Per allargare il bacino dei propri utenti ora la casa gioca una carta decisamente importante, un asso con su scritto ‘Motorola‘. Dall’esperienza negli smartphone pronti a tutti di Bullitt nasce, o meglio rinasce a 10 anni dal primo modello, Motorola defy. Il concetto alla base è quello di uno smartphone rugged, ma per tutte le tasche; in tutte le accezioni del termine.

Uno smartphone rugged di un marchio affidabile e riconosciuto, con uno stile in linea con quello dei telefonini mainstream, adatto anche al pubblico femminile e con delle dimensioni che non eccedono quelle di un comune cellulare con cover rinforzata e vetro di protezione aggiuntivo: ecco il DNA del nuovo Motorola defy. Molti alla prima caduta del proprio cellulare, con conseguente ragnatela di crepe sul display, hanno pensato all’acquisto di un telefonino rugged, ma quasi tutti hanno sempre desistito, non trovando una soluzioni che potesse essere considerata a tutti gli effetti consumer (salvo forse alcuni modelli Crosscall).

Motorola defy invece punta proprio a soddisfare questa esigenza, con un design lineare, non troppo muscoloso, ma con al contempo caratteristiche tecniche in grado di superare i test militari della certificazione MIL SPEC 810H, tra cui la resistenza a polvere e acqua certificata IP68, con la possibilità di essere immerso per 35 minuti in acqua a una profondità di 1,5 metri. Non solo, la resistenza è certificata non solo per l’acqua dolce, ma anche per acqua salata e liquidi particolari, come ad esempio l’oggi omnipresente disinfettante per le mani. Non solo, quante volte è capitato di trovarsi un telefono rovinato dopo una vacanza al mare o in barca, anche senza che fosse caduto in acqua? Responsabile non è stato il contatto diretto con l’acqua, ma magari la forte umidità, spesso condita con la salsedine. Anche in questo caso Motorola defy ha le carte in regola per non deludere. Tra i test a cui è stato sottoposto quello di permanenza di 10 giorni (240 ore) in ambiente con il 95% di umidità, e di esposizione per 48 ore a nebbia salata.

Il tutto, come detto, senza un aspetto troppo ‘muscoloso’: da lontano Motorola defy può essere scambiato per uno smartphone comune con cover protettiva in plastica. In questo caso la cover in TPU è integrata e offre una superficie zigrinata, che facilita la presa anche con le mani bagnate, condizioni in cui anche lo schermo risulta utilizzabile. In caso dovesse comunque cadere dalle mani, lo smartphone è testato per atterrare su una piastra di acciaio da 1,8 metri di altezza senza riportare danni. Non solo senza danni esterni, ma anche senza effetti negativi alla struttura interna: il PCB dell’elettronica, infatti, è montato all’interno di una seconda armatura interna , risultando in pratica disaccoppiato dal telaio esterno, per evitare che le sollecitazioni sul corpo esterno possano trasmettersi alla scheda madre. Altra particolarità apprezzabile la mancanza di sportellini: l’USB-C è esposta e impermeabile. Stesso discorso per quanto concerne il jack per le cuffie. Spesso è proprio questo il punto debole dei rugged, a furia di ‘apri e chiudi’ lo sportello del connettore di ricarica è quello che perde per primo la resistenza all’acqua, con conseguenze ben immaginabili.

Un telefono pronto quindi anche alla vita all’aria aperta; per questo i tecnici hanno optato per una batteria integrata da 5.000 mAh (con ricarica a 20W) e per una piattaforma hardware poco energivora, Qualcomm Snapdragon 662. Sul fronte delle caratteristiche tecniche c’è qualche compromesso, in primis il taglio di memoria 4GB/64GB e il supporto del modem alle sole reti 4G LTE: d’altra parte uno degli scopi del modello era quello di restare in un range di prezzo accessibile, a differenza dei normali rugged, che spesso sforano i 500 €. Il display da 6,5″ offre una risoluzione HD+ da 1600×720 pixel. A livello di fotocamera posteriore troviamo un triplo modulo 48+2+2 megapixel, con sensore principale quad-pixel e fotocamera Macro e modulo di profondità.

Motorola defy arriva anche in Italia, anche grazie al cambio di passo operato da Bullitt nel nostro paese con l’arrivo a guidare il mercato italiano Maurizio Di Carlo, navigato manager del settore, già a capo in Italia di Lenovo Mobile / Motorola prima e di Crosscall dopo. Motorola defy è disponbile sul mercato italiano a 339 €, un prezzo che lo mette in concorrenza coi i classici terminali di fascia media, spesso scelti da chi ha appena buttato nel… WC (luogo dove davvero spesso cade) uno smartphone top di gamma e lo stipendio necessario al suo acquisto.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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