Carenza di chip? Sì, ma secondo TSMC c’è qualcuno che sta facendo scorte

Another ICT Guy

Carenza di chip? Sì, ma secondo TSMC c’è qualcuno che sta facendo scorte

La produzione insufficiente di chip rispetto alla domanda di mercato si protrarrà per molti mesi ancora. A detta di AMD, ma non solo, la situazione migliorerà nella seconda metà del 2022 per assestarsi più probabilmente nel 2023. A fronte di una situazione che appare drammatica, sembra che qualcuno stia facendo scorte.

A rivelare questo apparente controsenso è il presidente di TSMC, Mark Liu. L’azienda taiwanese è il principale produttore di chip per conto terzi e per questo ha rapporti con tantissimi clienti dei settori più disparati. Intervistato da TIME Magazine, Liu ha ribadito che TSMC sta facendo tutto ciò che può per soddisfare i propri clienti, respingendo le accuse che la vorrebbero dare priorità a un’azienda (chi ha detto Apple?) rispetto a un’altra.

Il dirigente ha sottolineato che mentre le case automobilistiche si sono affrettate a puntare il dito contro i produttori di chip, accusandoli per la perdita complessiva di 210 miliardi di dollari prevista per quest’anno, è difficile determinare quale sia stato il problema – o meglio, forse ce n’è più di uno.

Per prima cosa, le case automobilistiche hanno ridotto i loro ordini di chip temendo un crollo degli acquisti, per poi ravvisare un’impennata della domanda dopo poche settimane. TSMC, nel frattempo, aveva riallocato parte della sua capacità verso i clienti che riteneva fossero a corto di chip. Questo incrocio ha creato un evidente scompenso, ma secondo Liu c’è anche un’altra spiegazione per la carenza di chip: qualcuno sta facendo scorte.

Non è una tesi campata per aria se pensate che Huawei ha investito miliardi per fare incetta di chip e crearsi un cuscinetto di salvaguardia a fronte delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Altre aziende cinesi hanno perseguito una strategia simile, ma nessuno sa esattamente quanti chip abbiano accumulato nell’ultimo anno. C’è da dire che la Cina ha importato, solo a marzo, semiconduttori per un valore record di 35,9 miliardi di dollari al fine di sostenere l’industria locale in caso di sanzioni statunitensi e altri problemi.

Liu ha spiegato che le tensioni USA – Cina non stanno certo avvantaggiando nessuno, creando le condizioni perfette per l’attuale caos nella filiera tecnologica globale. D’altronde l’abbiamo visto durante i primi tempi della pandemia con il lievito e la farina, con persone che prese dal “panico” ne hanno acquistato in quantità molto superiori al dovuto creando un’immediata carenza.

Inoltre, i clienti di TSMC firmano contratti per la produzione di chip con largo anticipo e l’attuale clima politico li costringe a cautelarsi oltremodo, esacerbando ulteriormente il problema della carenza di chip. “Ci sono sicuramente persone che accumulano chip chissà dove nella filiera“, ha sentenziato Liu aggiungendo che TSMC ha creato un team che, incrociando i dati, è in grado di identificare i “furbetti” per ritardarne la produzione di chip futura, così da non creare squilibri.

A tutte queste problematiche, che già basterebbero per creare intoppi al mondo intero, si aggiunge la mancanza di lavoratori qualificati e il boom dei prezzi delle materie prime come silicio e metalli delle terre rare. Una tempesta perfetta, ma prima o poi dopo la burrasca arriva sempre il sereno (anche in epoca di cambiamento climatico…).

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *