Torino e Catania, scontro per Intel: non è l’ora delle divisioni, bisogna stare uniti

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Torino e Catania, scontro per Intel: non è l’ora delle divisioni, bisogna stare uniti

Sud contro Nord, Nord contro Sud, Catania contro Torino, Torino contro Catania. No, non stiamo parlando di una qualche guerra civile passata, ma della partita che si sta giocando per portare in Italia la multinazionale dei microchip Intel. Qualche settimana fa Torino sembrava in pole position per ospitare una parte dei piani produttivi europei dell’azienda guidata da Pet Gelsinger, ma poi ha iniziato a farsi strada anche l’opzione Catania. Apriti cielo, perché in ballo ci sono (tanti) soldi e posti di lavoro, e per la politica tutto questo vuol dire influenza e opportunità.

A finire al centro della polemica, tirato per la proverbiale giacchetta, il Ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, appartenente alla Lega. “Se un colosso dell’hi-tech è pronto ad investire in Italia, con un progetto ambizioso che darà impulso all’economia e all’occupazione, a decidere non può essere la solita logica che privilegia il Nord a discapito del Sud“, ha affermato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.

“Nel pieno della progettualità di una ripartenza, che non può certo essere a due velocità o, peggio, azzoppata sul nascere, non si può continuare con la politica assistenzialista che ha sempre mortificato il Mezzogiorno. Il governo di Roma, con il Ministro per lo Sviluppo economico, aveva garantito per l’insediamento di Intel una partita da giocare facendo perno sul ‘sistema Italia’ e sulle migliori credenziali dell’area da individuare. E a questo noi siamo fermi, pur leggendo sulla stampa di pressioni e rivalse nordiste, di dichiarazioni a sostegno del candidato sindaco di Torino e del così contestuale, addirittura dichiarato, ‘tifo’ per la candidatura di Mirafiori a discapito di Catania“.

Siamo certi che la squadra del cuore di un ministro della Repubblica non può che essere l’Italia. Così come – se la ‘competizione sarà sulla capacità di offrire competenze ed intelligenze’ – la Sicilia, con i suoi centri di ricerca e, non ultimo, uno dei più importanti stabilimenti di microelettronica del mondo, non può che essere in partita e rivendica a pieno titolo l’insediamento del futuro stabilimento di Intel“.

A quale tifo si riferisce Musumeci? Dopo aver parlato di una partita da vincere come “sistema Italia”, Giorgetti ha sostenuto la candidatura di Torino con l’area industriale di Mirafiori durante un evento della campagna elettorale per il candidato Paolo Damilano. Si sa, quando battaglia elettorale si fa accesa, si dice tutto e il contrario di tutto, ma chiaramente a Catania non l’hanno presa bene.

“La competizione è su dati geografici ma anche soprattutto sulle competenze e sulla capacità di offrire competenze per il futuro. Per questo motivo ho proposto la candidatura di Torino e in particolare Mirafiori perché ritengo che qui ci siano talenti, capacità, intelligenze, innovazione assolutamente adatte per un investimento di quel tipo“, ha affermato – forse incautamente – Giorgetti.

“Giorgetti lo sa che a Catania c’è l’Etna Valley? Che c’è uno degli stabilimenti più importanti della STMicroelectronics con un centro di ricerca tra i più importanti al mondo? Che il Pnrr prevede che il 40 per cento delle risorse vanno destinate al Sud? E che vi sono incentivi che potrebbero attrarre Intel proprio a Catania?”, ha affermato l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco.

Attenzione però, perché l’investimento in Italia non è certo scontato. “Il dossier è delicato e stiamo lavorando senza sosta per portare in Italia Intel perché la concorrenza a livello europeo è fortissima“, ha commentato Giorgetti a LiveSicilia spazzando via eventuali preferenze. “Stiamo lottando a livello di commissione UE per autorizzare l’investimento STM a Catania. Il resto, polemiche, accuse, strumentalizzazioni locali non aiutano“, ha aggiunto il ministro. La concorrenza fortissima nell’UE arriva in particolare dalla Germania, che nell’area di Dresda ospita già le operazioni di GlobalFoundries e Infineon.

La partita va quindi giocata come Italia, unita. Poi, una volta che Intel deciderà di insediarsi nel nostro Paese, si dovrà verificare qual è l’area più attrattiva, progetti alla mano. Il Corriere della Sera afferma che “i dossier inviati dalla Regione Piemonte a Roma non siano così esaustivi, che occorra insomma un po’ più di struttura, una proposta molto più convincente per l’area di insediamento”.

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“L’ubicazione di Mirafiori non sarebbe affatto adatta a ospitare una struttura con le delicatissime camere bianche di assemblaggio dei chip, perché soggetta a vibrazioni continue (causate da tram e linee produttive di Stellantis)”, aggiunge il quotidiano.

Rosario Faraci, ordinario di Economia e gestione delle imprese all’Università di Catania, ha dichiarato a LiveSicilia che entrambi i siti sono “egualmente attrattivi per un player importante della microelettronica come Intel. Per ragioni differenti, ma i due siti sono egualmente appetibili”. Torino vanta la vicinanza con Milano e ha “sviluppato negli ultimi anni un interessante ed interconnesso ecosistema dell’innovazione che dopo la ricollocazione di Fiat a livello internazionale ha portato in quel territorio importanti aziende in settori diversi dall’automotive”. Catania, d’altra parte, “pur non essendo vicina logisticamente a Milano, la capitale economica dell’Italia, non è da meno e non solo perché vive ancora la stagione dell’Etna Valley trainata dalle performance di STMicroelectronics”.

Non vorremmo che tra i due litiganti, il terzo – un altro Paese europeo – goda. Da una parte è vero che Intel cerca l’appoggio statale con sussidi e agevolazioni, ma qualche miliardo “concesso” oggi potrebbe non solo creare posti di lavoro stabili e duraturi, sia diretti che nell’indotto, ma portare anche a futuri investimenti con un ritorno molto importante. Intel vuole mettere sul piatto 80 miliardi di euro nella costruzione di impianti per la realizzazione di semiconduttori in Europa nel corso dei prossimi 10 anni al fine di aumentare la propria capacità produttiva: se l’Italia ha una chance non può farsela sfuggire, soprattutto dopo essersi ulteriormente indebitata a causa del COVID. Un investimento di Intel potrebbe inoltre fare da volano per altre realtà di spessore nel settore tecnologico e non solo.

Fonte: http://feeds.hwupgrade.it/

 

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