Centro di cybersicurezza Huawei a Roma,forti in difesa 5G

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Centro di cybersicurezza Huawei a Roma,forti in difesa 5G

(ANSA) – MILANO, 23 MAR – “Inauguriamo il primo centro
italiano di cybersecurity di Huawei. Nei piani originali,
abbiamo anticipato l’apertura di circa sei mesi, a dimostrazione
dell’impegno profuso nel portare nel nostro Paese un’eccellenza
nel campo della sicurezza informatica”. Lo ha detto Luca
Piccinelli, Head of Cybersecurity Huawei Italia all’apertura del
Cybersecurity& Transparency Center di Huawei a Roma, annunciato
lo scorso settembre. “Il centro non è un progetto isolato ma
rientra nella più ampia strategia di Huawei di aprirsi a
valutazioni esterne, perché non abbiamo nulla da nascondere,
anzi, vogliamo raccontare al mondo quello che possiamo fare nel
campo dell’innovazione. Solo nel 2020, Huawei ha proposto oltre
250 nuovi brevetti inerenti la sicurezza cibernetica, e siamo la
prima azienda al mondo ad aver aderito al ‘5G Common Criteria’,
che valida i nostri prodotti e servizi per lo standard”. Il
centro è attivo sin da oggi e prevede la possibilità di
effettuare analisi e verifiche richieste da telco e
organizzazioni pubbliche o private, su prodotti Huawei e di
terze parti, proprio con la volontà di rispondere ad ogni
possibile dubbio sui rischi di sicurezza mossi negli ultimi
anni. “Pensavamo di poter collaborare su larga scala per
assicurare che nei nostri sistemi non c’è nulla pensato per
danneggiare gli utenti ma non è stato così. Abbiamo dunque
deciso di procedere da soli, adattandoci alle necessità di
monitoraggio dei diversi Paesi” ha spiegato John Suffolk, Global
Cybersecurity and Privacy Officer di Huawei. Secondo recenti
ricerche, il tempo medio per individuare e risolvere una
criticità informatica è di circa 85 giorni. “Troppi se
consideriamo che in tale arco i criminali possono fare
praticamente ciò che vogliono. Il Cybersecurity& Transparency
Center nasce per verificare in tempo reale le possibilità di
attacco e intrusione, su qualsiasi strumento e servizio, un
beneficio evidentemente non solo per Huawei ma per tutta la
comunità” chiude Suffolk. (ANSA).
   

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